In questi racconti viene usato spesso un linguaggio esplicito e volgare per una mia precisa scelta. Mi sembra corretto avvisare i potenziali lettori in modo che possano scegliere se continuare con la lettura o meno.





sabato 30 gennaio 2010

Vita da Bar. ep. 3 Karmapolice.

Ho ancora la faccia sporca di sangue, quando il dottore mi chiede un mint julep con i gamberetti.
Lo vorrei rispedire in consolle, ma in questo momento stanno ancora suonando dal vivo i fiati naturali e perciò mi tocca sucare e preparargli la peggiore mistura che mi riesca.
La situazione ora è calma, i due portatori di karma negativo sono stati allontanati e la gente sembra divertirsi.
Al di la della grande vetrata, dietro il dottore, Giubeca cerca di spiegare al Talebano cosa sia successo, mentre Big Boss continua a camminare intorno al bar con il passo da squalo.
Il Talebano e B.B. sono due dei miei capi.
Ne ho undici, di capi: qualcuno non l'ho mai visto.
La discussione è tesa, anche se non posso sentire le parole del Talebano, quando si parla con Giubeca la situazione é sempre tesa.
Ho finito di preparare il mint julep e chiedo il cambio per andare a lavarmi la faccia, anche perchè così, dietro un banco, non posso stare.
Appena fuori dal banco incontro Predator, uno della sicurezza. Mentre mi dice di stare fuori dai guai agita le treccine. Poi si agita lui e mi tocca azionare il traduttore galattico per capire che cazzo vuole da me. Non provo neanche a spiegargli cosa è successo: immagino che con il potere della sua mente riesca a leggermi nel pensiero così annuisco e vado verso il bagno; quando mi ferma Mordicchio, tutta agitata, per chiedermi come sto, cosa è successo, quando, chi è stato -come se potesse farci qualcosa- perchè.
Io penso solo alla mia faccia sporca di sangue e al mio cazzo di karma: riuscirò a lavarmi?
Mordicchio è un altro dei miei capi.
Le dico che va tutto bene. Tutto a posto.
Svicolo.
I bagni sono a un passo.
Un lampeggiante blu attira la mia attenzione: ora capisco cosa avevano da preoccuparsi il Talebano e B.B.
Gli sbirri, quelli veri. Cazzo...
Due macchine, otto sbirri.
Uno mi ferma, mi punta la torcia negli occhi e mi chiede: "E tu cos'hai in faccia?"
Ho fatto brillare un bloody mary, mi vien da dirgli.
Ma so che non ci crederà.
Le posso offrire qualcosa da bere, agente? Magari Vodka?
...

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