In questi racconti viene usato spesso un linguaggio esplicito e volgare per una mia precisa scelta. Mi sembra corretto avvisare i potenziali lettori in modo che possano scegliere se continuare con la lettura o meno.





martedì 7 giugno 2011

Vita da Bar ep 36 FELIX!

Adesso si sballano con FELIX, i miei clienti.
Per loro è come stare in Strange Days, per me è come servire degli zombie in LSD.
FELIX (fantasy element link illimited xxx) è una espansione elettronica della creatività che ti permette di vivere false realtà parallele in cui puoi fare, sostanzialmente, quel che cazzo ti pare.
Lo Star Wars è un luogo più sicuro, così.
Ma anche molto più noioso.
Le risse sono virtuali, gli accoppiamenti pure e gli avventori hanno gli occhi spenti.
Ma FELIX costa e anche parecchio, non è alla portata di tutti.
Allo Star Wars la connessione è wi-fi ma se non hai la tua espansione personale puoi giusto navigare gratis su internet col cellulare. Ne consegue che i ragazzini che vengono dalla periferia e che hanno giusto i soldi per l'ingresso e la prima consumazione rompono i coglioni come prima. Maleducati e arroganti, anche ladri a volte, li ho visti rubare espansioni e consumazioni a poveri erasmus. Ma tutto sommato preferisco loro, veraci e voraci, a quell'ammasso di amebe amorfe che si fanno di FELIX rinunciando al brivido della vita reale.
Il brivido di un approccio, piuttosto che lo scontro verbale con qualche arrogante coglioncello che fa il furbo alla cassa.
Fra un ricco FELIX e un povero di periferia pesto lime come fossi in una fabbrica di succo di limone con la cassa dritta che picchia duro sui miei timpani il re-mix elettronico di una canzone anni '50 piuttosto che l'ultimo brano di qualche sconosciuto musicista che non ha mai visto uno strumento. Nella monotonia assordante della noisehouse mi arriva al banco quello che meno mi piace di tutti i ragazzetti di stasera.
Tatuato e palestrato non è in FELIX, tutt'altro. E' incazzato. E si sfoga con me appellandomi in malo modo per la dose alcolica del Vodka Redbull. Ne vuole di più.
“Cos'è 'sta merda che mi hai dato?”. Continua. Lo guardo torvo e gli dico che è più di quanto si meriti.
Suona il beep gracchiante della risposta sbagliata. Il ragazzetto si incazza ancora di più. Mi porge il bicchiere pretendendo un'aggiunta di vodka. Io ignoro il beep gracchiante della risposta sbagliata e gli inclino il bicchiere, facendo uscire quasi metà del cocktail.
“Questo è quanto puoi bere, adesso. E se mi fai incazzare ancora non bevi più nulla, coglione!”
Ancora beep, risposta sbagliata.
Adesso è veramente fuori di testa. Mi arriva in faccia quel che rimane del colpo, ghiaccio pieno compreso e successivamente un pugno sulla tempia.
Buio.

Nella scena successiva lo sto stringendo per il collo con il mio avambraccio, sono dietro di lui, e gli dico che queste sono le ultime parole che sentirà perché adesso gli stacco le orecchie a morsi, cosa che inizio a fare con sommo piacere. Prima una poi l'altra.
Lui urla disperato, anche se non credo che si possa sentire. Poi prendo la ormai classica bottiglia di vodka dal banco e gli apro la bocca a forza, facendogli ingurgitare 70 cl di alcol in quaranta secondi. Il ragazzo sviene. Me lo carico sulle spalle e lo porto nel parterre, dove teniamo dei grossi fusti pieni di acido. Li utilizziamo per disfarci dei cadaveri. Ce lo butto dentro. Una goccia mi schizza sulla mano. Frigge. Invoco il nome di dio invano e di qualche animale domestico a caso, tenendomi la mano. Ma il dolore è già svanito. Ho solo una piccola bruciatura alla base del mignolo.
Respiro profondo.
Guardo il timer che ho al polso. Tre, due, uno. Disconnessione in corso.
Esco da FELIX.

Nella realtà quelli della sicurezza si stanno portando via il ragazzetto.
L'ho chiamati prima di connettermi.
Ma la soddisfazione di fargli quello che si meritava, anche se in maniera virtuale, è stata notevole.
Direi 50 euro spesi bene.
Direi viva FELIX!

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