In questi racconti viene usato spesso un linguaggio esplicito e volgare per una mia precisa scelta. Mi sembra corretto avvisare i potenziali lettori in modo che possano scegliere se continuare con la lettura o meno.





lunedì 15 marzo 2010

Vita da Bar ep. 21 That's all love!

Lo Star Wars Bar è un luogo di perdizione. Droga, sesso, musica per sordi e stolti.
Sto cercando di capire cosa vuole da bere Maginbù mentre le Antichrist cantano il loro Organ Core dal palco principale. Maginbù è un tipo alto, grassotello e con le mani piccole e cicciotte. Uguale al Maginbù di Dragon Ball. Mi vien voglia di fargli il ciuffo al centro della testa.
Appena capisco che vuole un semplice Gin Tonic vedo entrare la Polizia Ecclesiastica.
A capo della formazione c'è un graduato armato; dal cinturone gli pendono delle manette a rosario e sopra una comoda divisa porta il colletto bianco e nero dell'abito talare. Lo seguono tre pretiziotti e due chiericheti con gli incensieri. Benedicono tutto e tutti, quasi avessero paura di un contagio.
Il graduato mi chiede del titolare schizzandomi dell'acquasanta sulla faccia.
-Brucio, brucio! mi vien da gridare. Ma non credo che i pretiziotti siano dotati di senso dell'umorismo.
-Il Talebano è la. Indico il parterre dove un undicesimo dei miei titolari sta intortando una ragazzina appena sopra la soglia della legalità.
Sbuffando incenso e spruzzando acquasanta la formazione santa completa il giro dello Star Wars.
Maginbù reclama il suo Gin Tonic. Lo guardo, gli faccio il ciuffo al centro della testa e esco a godermi la disputa fra l'autorità clericale e un undicesimo dei miei titolari.
-Mancano le croci sante benedette in tutte le sale. Nei bagni non ci sono acquasantiere. E ho contato un numero di infedeli superiore alla soglia prevista dalla legge. Inoltre solo quattro dipendenti portano la croce al collo. Snocciola il graduato al Talebano.
Cazzate, penso rientrando dietro il banco.
Cazzate, penso nel momento in cui percepisco come una Unimente Eterna tutto quello che accade intorno: tre ragazzine si baciano e si toccano all'interno della Cella di Magneto, orgogliose di farsi guardare da tutti i maschi alfa che li circondano. Altre due schiacciano il loro seno nudo contro il vetro principale, leccandolo e muovendosi sinuosamente di fronte alla zona cassa. I loro accompagnatori hanno già in mente chissà cosa quando vengono allontanati malamente dalle stesse.
Le ragazze si azzuffano con i loro ora ex accompagnatori e potrebbe accadere il peggio se non fosse che sono molti di piú quelli che vogliono godere dello spettacolo. I due si ritirano.
Sulla piattaforma galleggiante Regina Tequila sta facendo un falò. Non so se per onorare il patrono o per ricordare le sue origini cattoispaniche.
Ed è allora che la percezione si acuisce: non sta onorando nè uno nè l'altro. Ricorda le sue sorelle streghe morte nei secoli bruciate dalla polizia ecclesiastica. La presenza dei pretiziotti deve aver risvegliato qualcosa in lei. Vedo la sua forma terrena in trance davanti al fuoco, vedo il fuoco prendere vita e raggiungere il Talebano.
E' un fuoco che non brucia ma ti trasforma dentro.
E anche fuori.
Gli occhi del Talebano bruciano e in un secondo è sul graduato. Ha aperto delle enormi fauci e lo sta mangiando. I pretiziotti non hanno il tempo di intervenire: degli enormi tentacoli, di cui ora il Talebano è munito, li hanno intrappolati e gli stanno facendo fare la morte del polipo sugli scogli. I due chiericheti sono immobilizzati dal terrore. Ed è Regina Tequila stessa che li prende e li finisce fissandoli con uno sguardo d'odio che li pietrifica come Medusa faceva con i suoi nemici.
Il fondo del porto sarà la loro tomba.
L'ultima cosa che percepisco è una risata.
Poi mi risveglio da una sorta di trance. Nel parterre c'è uno spaesato Talebano. Sul palco macchie di sangue.
Il Talebano entra con uno sguardo vitreo e pulendosi la bocca sillaba di dargli un digestivo.
- Ho mangiato qualcosa di pesante. Qualcosa di indigesto. Dice.
- Anche se non so cosa...

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