In questi racconti viene usato spesso un linguaggio esplicito e volgare per una mia precisa scelta. Mi sembra corretto avvisare i potenziali lettori in modo che possano scegliere se continuare con la lettura o meno.





martedì 23 febbraio 2010

Vita da Bar. ep.15 Chi è fico Barbozo?


E' la solita serata al bar di guerre stellari. Giubeca urla, Zichichi vuole due ml di vodka in più e il ballerino di taekwondo viene portato fuori a forza prima che il suo karma negativo influenzi tutta la clientela.
Sul palco i Singing Mind suonano senza strumenti, seguirà una selezione di file musicali proposti dal Dottor Zeta, al secolo Zoiberg, che si sta ubriacando di Mint Julep e strafogando di gamberetti.
La gente che non balla, e c'è poco da ballare con i Singing Mind, è svaccata sui triclini a fumare dai narghilè tabacco aromatizzato e addizionato.
Francine flirta con chiunque venga al banco, uomini e donne, e la serata scorrerebbe via quasi piacevole, se non fosse che io aspetto notizie da Grinij.
E' un momento di stanca e Francine si prende una pausa. La vedo fuori che ci prova con Polette e non posso fare a meno di domandarmi cosa abbia stasera.
Quando la vedo allontanarsi con la responsabile del personale capisco che passerò la prossima ora da solo e le auguro che le rimanga un pelo fra i denti.
Ed è proprio in quel momento che mi si avvicina un tipo al banco.
Quarant'anni, robusto il giusto. Indossa una maglia nera con una manica bianca. Sulla spalla ha una etichetta che non posso fare a meno di leggere: Fico Barbozo.
Mi chiede un Oriente Rosso.
Ha un accento spagnolo.
Poso il cocktail sul banco, lo assaggia.
Bravo, mi dice.
Grazie. Dico infastidito. Sono sempre infastidito dai complimenti.
So cosa stai facendo. E' meglio che la smetti immediatamente. Mi dice senza neanche guardarmi, sorseggiando il suo Oriente Rosso.
Scusi?
Ti conviene lasciar stare. Questa volta mi guarda. E non mi piace.
Prendo la radio e chiamo i ragazzi della sicurezza. Non so cosa voglia questo tipo, ma non mi piace averlo qua.
Lui sorride e si allontana.
Arrivano Lex e Ferrotre. Intanto lui va lento verso la passerella.
Lo indico ai ragazzi e dico loro che mi ha minacciato per non so bene cosa.
Dico anche che se dovesse uscire di lasciarlo andare, forse è solo ubriaco.
Francine rientra e i buttafuori escono.
Scusa, dice Francine sorridendo.
Niente, dico io. Hai qualcosa fra i denti, aggiungo.
Cosa, dove? Chiede quella stordita.
Sto per ridere, quando mi ritrovo al banco Lex, Ferrotre e lo spagnolo di prima.
Cosa bevi, dice Lex allo spagnolo.
Lui lo sa, risponde sorridendomi e stringendomi l'occhio.
Guardo i due della sicurezza, perplesso.
Per me e Ferrotre un succo. Per lui quello che sai. Dice Lex.
Preparo l'Oriente Rosso. Tiro fuori i due ace per i ragazzi. E li guardo incredulo uscire come se fossero amici da sempre.
Prima di uscire lo spagnolo si gira e fa il gesto di spararmi con le dita, sempre sorridendo.
Io bestemmio, quasi mi rompo una mano tirando un pugno sul banco e esco a fumarmi una sigaretta.
Arriva Grinij, finalmente. Con una buona notizia, finalmente: ha trovato la frequenza della microcamera. Possiamo risalire alla sorgente.
Mi passa il componente elettronico.
Vado a rimettere le cose a posto, ma mi aspetta una sorpresa: qualcuno ha già pulito il tutto.
Spero che sia stata l'impresa di pulizia. Corro da Grinij che sta smanettando sul computer dell'ufficio, gli passo la nostra microcamera.
Controlla le registrazioni, gli dico.
Ci vuole qualche minuto.
Poi vediamo qualcuno togliere il chewingum dalla lente. Non è nessuno dell'impresa di pulizia. Non è nessuno di conosciuto, cazzo, e questo non è bene. E non è bene nemmeno il particolare che mi colpisce: l'etichetta sulla spalla.
E' una marca, se di marca si tratta, che non avevo mai sentito o visto fino a stasera: Fico Barbozo.
Non credo alle coincidenze.
E quasi quasi mi sento di dover seguire i consigli, specie quelli dati con la esse spessa della lingua spagnola.
Quella stessa esse che uso per leggere Fico Barbozo.
...

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