In questi racconti viene usato spesso un linguaggio esplicito e volgare per una mia precisa scelta. Mi sembra corretto avvisare i potenziali lettori in modo che possano scegliere se continuare con la lettura o meno.





martedì 16 febbraio 2010

Vita da Bar. ep. 12 Venti ore fa.


Venti ore fa, mentre svenivo di fronte a Vinni o Vivvi o come cazzo si chiama, la faccia di Peterpenis veniva violentemente sbattuta sulla tazza del cesso del personale (che non vuol dire che sia più pulita degli altri cessi).
La mano che sbatteva la testa era quella di Michelle.
E ciò risultava molto strano. Peter se l'era fatto succhiare più d'una volta da Michelle, amichevolmente: a Michelle piaceva il cazzo, tant'è che ne aveva uno proprio, a Peter la fica. Michelle dalla cintola in su è donna. Tutto a posto, perciò.
Per capire meglio cosa è successo bisogna tornare indietro di altre tre ore almeno.
Peterpenis sta percorrendo la passerella ed è incazzato con Cornelia, la sua ragazza del momento.
Ed è proprio Cornelia che lo chiama al telefono dicendogli che verrà al bar a fargli passare una serata di merda, che starà tutta la notte al banco a rompergli i coglioni e a fargli passare la voglia di scoparsi tutte le minorenni che incontra.
Peter crista e va nel panico.
Deve inventarsi qualcosa.
E ha un colpo di genio, quando, mettendo via il telefono, trova una busta nella tasca dei jeans.
Alle undici Cornelia è già lì. E sembra intenzionata a mantenere le promesse.
All'una, quando io stavo scendendo le scale in preda ad allucinazioni e problemi psicomotori, lei stava salendole. Aveva provato ad andare in bagno, ma c'era troppa gente.
Peter, non vedendo più Cornelia al banco esce a prendere una boccata d'aria. Crede che il suo geniale piano abbia funzionato. Fuori c'è Michelle, la bartender trans.
Peter gli chiede se le va di fargli un bocchino, che è un pò teso.
Perchè no, risponde Michelle.
Vanno nel cesso del personale.
Michelle se lo sta lavorando con mestiere più o meno quando apprendo che Vivvi si chiama Vinni. Ed è lo stesso momento in cui Cornelia riscende a ground zero con le chiavi del nostro cesso, gentilmente prestatele da Francine.
Io svengo.
Peter viene.
Cornelia ha la conferma di essere un alce.
Michelle esce dal cesso pulendosi la bocca.
E' un unico grande momento.
Peter non crede ai propri occhi: Cornelia è lì davanti a lui sana e vigile invece che svenuta in qualche angolo del dancefloor come pensava che fosse. Il suo piano perfetto è andato a puttane.
Non sa cosa dire e inizia a blaterare che non è colpa sua, che è stato costretto e altre cazzate del genere. Poco credibile, anche perchè è seduto su un cesso, con le braghe calate.
Cornelia lo guarda schifato e esce.
Lui la segue tirandosi su alla bell'e meglio i pantaloni e dicendole:
"Non penserai veramente che mi volessi fare quel travone di merda?"
Ma, sorpresa, il travone di merda è dietro la porta.
Lo colpisce con un diretto al volto che lo stende.
Poi lo prende per i capelli e gli sbatte la testa contro il bordo della tazza.
Presa dall'isteria gli urla che gli avrebbe rotto il culo e non metaforicamente, infatti gli cala i pantaloni e si tira fuori l'uccello moscio.
Ti faccio vedere io di cosa è capace questo travone di merda, lo minaccia.
Il tutto sotto gli occhi compiaciuti di Cornelia.
Peter è tumefatto e incredulo: la quantità di GHB che ha messo nell'acqua della sua fidanzata avrebbe dovuto stendere un cavallo.
Per un banale scambio di bottigliette invece sono io, dieci metri più in là, che vengo trascinato via, privo di sensi, da Giubeca.
Dubito che Peter mi possa vedere con la faccia piena di sangue.
Ventuno ore dopo è lo stesso Vinteig che mi racconta tutto questo al telefono.
Ma mi rimane ancora qualche dubbio, uno fra tutti.
Vinni? provo.
Bravo, mi risponde, questo te lo ricordi. Dimmi.
Volevo chiederti: se Peter stava prendendo dei calci nel bagno da Michelle, mentre io venivo portato a casa privo di sensi da Giubeca, lo Star Wars Bar chi lo ha chiuso?
La domanda giusta è un altra, mi dice Vinni.
Ovvero?
Chi lo apre, stasera?

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