In questi racconti viene usato spesso un linguaggio esplicito e volgare per una mia precisa scelta. Mi sembra corretto avvisare i potenziali lettori in modo che possano scegliere se continuare con la lettura o meno.





domenica 14 febbraio 2010

Vita da Bar. ep. 11 La notte dei buttafuori intelligenti.


Ferrotre, Lex il biondo, Gionni, il secondino e Rhom sono la security dello Star Wars Bar, comandati da Giubeca che è più gentile del solito oggi: sorride e apre la porta ai clienti.
O forse ne ha preso uno che voleva entrare di straforo e lo tiene a testa in giù al di là della ringhiera, sul pelo dell'acqua, scrollandolo di continuo. Comunque rideva.
Sono confuso.
Zichichi e Dulbecco salutano dal banco dove li sto servendo Rubia e Hack, che discutono con Ferrotre sulle dimensioni del cosmo e sull'impatto ambientale delle centrali termovalorizzatrici.
Oppure si sta vantando delle dimensioni del proprio pene mostrando tutto l'avambraccio gonfio di muscoli ipertrofici.
Rhom seda una rissa a parole, convincendo i due contendenti a fare pace e a stringersi la mano.
Ma vedo anche una testa che sbatte violentemente e continuamente contro il vetro finché non fiotta sangue dal naso, dal sopracciglio e dal labbro, mentre l'altro ha la faccia sotto il suo scarpone. Il sangue cola dal vetro e Moicòl si scazza perché Zoiberg gli ha già detto che dopo dovrà pulirlo.
Gionni e il Secondino arrivano discutendo sui significati di Moby Dick, ognuno con le proprie teorie, originali e valide.
Subito dopo li vedo mentre guardano un pornofarm sul videotelefono di Gionni dove un tedesco, nudo, dice Ya! Ya! mentre si fa una gallina.
I due ridono divertiti.
Sono sempre più confuso. E mi gira un pò la testa.
Lex il biondo consiglia Lex lo scuro, uno dei miei capi, come comportarsi con la sua ragazza alcolista e tossicodipendente.
Qualche secondo dopo lo vedo procurarsi droga sintetica da uno spacciatore di passaggio.
A questo punto mi rendo conto di non stare affatto bene, eppure ho bevuto solo acqua, come d'abitudine: in servizio sono come uno sbirro, non bevo.
A fine turno posso anche perdere i sensi, ma non succederà mai durante il servizio.
Almeno questo è quello che pensavo fino ad ora.
Il Rubia di turno mi agita davanti uno scontrino blaterando qualcosa su da quanto tempo è qui ad aspettare.
Vorrei usare una delle mie solite frasi costruite ad hoc per l'occasione, ma il bar inizia a girarmi intorno.
Devo uscire, prendere aria, ma cazzo! non ci sono i maniglioni antipanico sulla porta-cristallo del retro e io fatico a trovare l'appoggio per aprire quella che mi sembra una tonnellata di vetro.
Scivolo e il peso morto del corpo mi aiuta a trovare un varco per uscire.
Respiro profondo, ma la situazione sembra peggiorare.
Cerco di andare a ground zero, evitando il montacarichi.
Le scale non sono mai state così ardue da fare, ma non cado.
Cerco di arrivare al primo cesso per sciacquarmi la faccia, ma frano su una ragazzina che si spaventa e urla.
Nita mi prende per i capelli e mi chiede che cazzo ci faccio abbracciato ad una puttanella.
Io mi chiedo cosa cazzo ci faccia qui la mia ex, ora.
Il corridoio è obliquo, le persone doppie.
Nita si trasforma in una amica della ragazzina.
Devo trovare un posto rassicurante. Provo ad aprire la porta del magazzino.
Non ci riuscirò mai, penso.
Fortunatamente sta uscendo Regina Tequila. La scontro e lei mi guarda storto, offendendomi in galiziano, perché non le ho chiesto scusa.
Il magazzino è troppo stretto.
Provo l'ufficio, che ha l'aria condizionata.
In ufficio c'è Vinteig. Sta tirando di coca.
A questo punto ho la certezza di essere stato drogato: è più facile vedere un buttafuori intelligente che Vinteig fare uso di droghe.
Vivvi!, rantolo in una disperata richiesta d'aiuto.
Ma porca di quella troia, sono tre anni che lavori per me e sono tre anni che mi chiami Vivvi. Il mio nome è Vinni, cazzo! Vinni! Si lamenta Vinteig.
E' l'ultima informazione che il mio cervello registra prima del black out.
Svengo e inizio a sbattere per le convulsioni.
Mi risveglio a casa diciannove ore dopo, e piano piano comincio a ricordare e a mettere insieme i pezzi della serata precedente ma realtà e allucinazioni si uniscono per osmosi.
Le uniche sicurezze che ho sono che qualcuno in qualche modo mi abbia drogato, che voglio scoprire chi e perché e che i ragazzi della sicurezza hanno fatto solo una delle cose che gli ho visto fare: la seconda.
Su Vinni ho qualche dubbio.
O Vivvi?

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